3/6 Maggio 2017: il Calendimaggio
Le origini del Calendimaggio si perdono nel tempo, si riallacciano, a consuetudini pagane che celebravano con riti diversi ma tutti improntati alla gioia, il ritorno della primavera e quindi il rinnovarsi del ciclo della vita. Erano manifestazioni nate dal sentimento dell’antico popolo degli Umbri. Lo spirito con cui si conformava la festa della primavera era un inno all’amore e alla ritrovata gioia di vivere dopo le giornate aspre e fredde dell’inverno. Si ballava, si beveva il vino dell’annata precedente dopo il dovuto periodo di riposo, si cantava.
Erano autentici resti poetici quelli che venivano recitati per rendere omaggio alla stagione dei fiori.
Le cronache antiche e gli stessi documenti che riguardano la vita di San. Francesco attestano che nella sua giovinezza il santo eccelleva nella composizione di poesie da ballo e di canti.
È fuori dubbio che in questo periodo l’influenza provenzale e francese era determinante, soprattutto nella musica, ma è interessante notare che tali composizioni venivano chiamate “canzoni di maggio” e proprio all’inizio di questo mese eseguite da brigate di giovani che si spostavano in vari rioni della città.
Anche durante le lotte civili si mantiene sempre viva la consuetudine di celebrare la festa di primavera che appunto prende il nome di Calendimaggio.
Rivivono i canti e le musiche, le serenate sotto i balconi delle ragazze sostituiscono il fragore delle armi nei vari punti della città, si elegge il Re della festa.
I cittadini per queste notti interrompono le abitudini di rientrare a casa al suono della campana che annuncia le due ore dopo l’Ave Maria e restano nelle piazze e nelle vie ad ascoltare i menestrelli. La partecipazione popolare è così intensa che per tre giorni la città rivive in ogni sua dimensione quell’atmosfera che l’aveva caratterizzata nei secoli.
Per il programma e l’acquisto dei biglietti potete visitare il sito www.calendimaggiodiassisi.com