La storia dell’Hotel Properzio di Assisi
Curiosando nelle credenze locali, si dice che l’ Hotel abbia preso il nome da questo poeta, perché in questo luogo, prima conosciuto come la dimora di Cinzia, ebbe la sua prima esperienza amorosa con la schiava Licinna. Questa esperienza fu travolta nel 29 a.C. dalla grande passione per Cinzia, padrona di Licinna. Tra Properzio e Cinzia, ci fu una prima rottura a causa di un’ infedeltà del poeta. Tuttavia, dopo qualche tempo, i due ricominciano a frequentarsi, ma l’ amore di Properzio non era a sua volta corrisposto dalla fedeltà di Cinzia. Dopo cinque anni di tormenti, la rottura fu definitiva.
Properzio nasce ad Assisi nel 50 a.C., come da lui stesso esplicitamente dichiarato nell’ elegia proemiale del IV libro e come suggeriscono recenti acquisizioni epigrafiche recanti il nome di P. Passennus Blaesus parente di Properzio e suo conterraneo (a quanto attesta Plinio il vecchio e l’indicazione della tribù Sergia (Assisi era l’ unico municipio ad essere iscritto in questa tribù).
Alcuni archeologi , inoltre, sostengono di aver trovato la casa del poeta, una lussuosa villa con affreschi mitologici ed iscrizioni in greco, sotto la Basilica di Santa Maria Maggiore.
In seguito alla rivolta dei proprietari italici, repressa da Augusto nel 41-40 a.C. , il poeta subì lutti e confische di terre.
Ormai in condizioni disagiata, si trasferì a Roma, dove tentò la carriera forense e politica, ma nel 29 a.C. con il suo primo libro delle elogie, fu inserito nei circoli mondano-letterari della capitale.
Il successo di Properzio come poeta fu immediato e duraturo e la sua poesia ebbe un notevole influsso sulla lirica dei secoli successivi.
Con Ariosto, Tasso, Pierre de Ronsand e, soprattutto, nel settecento neoclassico, la poesia di Properzio conobbe più ampia diffusione e fortuna, per toccare, con Goethe, il suo punto più alto.
L’ avvicinamento di Properzio a Mecenate e al suo famoso circolo, avvenne forse nel 28 a.C., dopo la pubblicazione del primo canzoniere.
Il poeta fu amico di Virgilio e , soprattutto di Ovidio. La sua vita fu breve (come quella di Catullo e di Tibullo).
Non sono presenti nei suoi versi riferimenti cronologici posteriori al 16 a.C. data probabile della morte, a circa 35 anni.